Qualche
giorno fa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affermato che
“negare la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri
immigrati, è un’autentica follia”. Ci sembra un enorme controsenso da parte del
Presidente Napolitano intervenire su questo argomento quando ci sono migliaia
di cittadini italiani (in Italia e all’estero) che ogni giorno vedono
calpestati i propri Diritti sanciti dalla Costituzione. Proprio in questi
giorni ci sono alcuni cittadini italiani in grave difficoltà all’Estero che
dalle nostre dipendenze diplomatiche non ricevono alcun aiuto perché, a loro
dire, non vi sono i mezzi per farlo. Che dire poi delle migliaia di italiani
che a causa di questa crisi si trovano in uno stato d’indigenza tale che devono
rimandare il curarsi a causa dei ticket su esami e farmaci o che devono
aspettare mesi e mesi per fare un esame clinico perché non si possono
permettere di pagare una visita privata? Per non parlare poi dei milioni di cittadini
italiani che vivono in questo periodo sotto il livello di povertà. Non sarebbe
logico pensare prima a loro? E poi ci sono alcuni rischi che crediamo il
Presidente Napolitano abbia sottovalutato.
Il primo: i mercanti di esseri umani
approfitterebbero di un’eventuale legge volta a garantire la cittadinanza dei
bambini figli d’immigrati nati in Italia come arma di convincimento per
aumentare a dismisura i loro sporchi affari. E’ già avvenuto in passato quando
si è parlato di sanatorie o di aprire le porte a tutti. E poi c’è il rischio
concreto che una massa di donne straniere vengano volontariamente a partorire
in Italia con l’obiettivo di avere per i loro figli (e magari anche per loro)
la cittadinanza italiana.
Il secondo: quello legato a una massiccia
immigrazione straniera in un momento in cui anche i vertici dello Stato
ammettono che c’è troppa disoccupazione e che è necessario bloccare totalmente
le quote dei flussi migratori verso il nostro Paese; molti degli attuali
disoccupati nel nostro Paese sono extracomunitari e rischiano di ritrovarsi in
uno status di “immigrati clandestini” nel giro di pochi mesi e quindi a rischio
di espulsione. Con lo ius soli ci si potrebbe trovare nell’assurda situazione
di dover espellere il genitore extracomunitario e di dover garantire il mantenimento
e il futuro del figlio cittadino italiano. Davvero assurdo.
Il terzo: in
mancanza di precise norme applicative, tutti i figli dei clandestini (secondo
la Caritas i clandestini sarebbero ora circa 500.000) nati nel nostro paese
avrebbero titolo per acquisire la cittadinanza italiana. Questo farebbe
immediatamente registrare un incremento di tipo esponenziale degli arrivi di
clandestini tenuto anche conto della crisi economica e politica che affligge i
paesi nord-africani e a Sud del Sahara. Le norme sulla cittadinanza facile
sarebbero una calamita irresistibile per una moltitudine d’immigrati che,
oggettivamente, non siamo in grado di accogliere. L’integrazione è un
procedimento complesso che non si può liquidare con qualche dichiarazione a
effetto. Il quarto: l’integrazione dei
musulmani nei paesi occidentali risulta molto difficile come mostrano i
frequenti episodi criminali verso i propri congiunti, soprattutto donne, che
desiderano in qualche modo integrarsi. In Italia i musulmani sono già oltre un milione:
vogliamo con una legge sulla cittadinanza così permissiva favorire la creazione
in Italia di uno stato a prevalenza musulmana? Vogliamo favorire l’islam
integralista nel suo obiettivo di distruggere l’Occidente?
Si
sfrutta l’immagine dei “poveri bambini” che nascono in Italia da genitori
stranieri per mascherare il vero obiettivo che è quello di arrivare a impedire
l’espulsione dei clandestini e dare il voto agli immigrati in tempi brevi per
cambiare così in maniera artefatta l’equilibrio politico. In un momento grave e
difficile come questo per il popolo italiano parlare di garantire il Diritto
alla cittadinanza ai figli degli stranieri aumentando ulteriormente i flussi
migratori verso il nostro Paese, ci sembra francamente fuori luogo. Il nostro
Paese è in crisi e avrebbe bisogno di ben altro che di discutere del diritto di
voto o di cittadinanza agli immigrati. Le priorità sono l’economia che stenta,
i nostri giovani che non trovano lavoro, i nostri anziani in difficoltà, le
nostre piccole e medie imprese che chiudono e non certo la legge sulla
cittadinanza.
Pier
Angelo Ablondi
Consigliere
provinciale Lega Nord Padania
Andrea
Zorandi
Segretario
sezione di Parma città della Lega Nord Padania
Parma
06/02/12
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