L'esito delle primarie ha confermato come anche nel centro
sinistra di Parma le spinte al cambiamento siano soffocate da una mentalità
dirigista e conservatrice.
A questo punto mi chiedo: dove sono finite le idee
dirompenti e innovative degli indignados parmigiani, che solo pochi mesi fa
inneggiavano ad un cambiamento radicale e ad maggiore coinvolgimento nei
cittadini nella cosa pubblica, protestando sotto i Portici del Grano con la
parte più facinorosa del Pd?
Il candidato uscito dalle primarie rappresenta chiaramente
l'ala conservatrice del PD, quella che nel tempo ha sacrificato parte dei
propri ideali sull'altare della ragion di partito; Bernazzoli è il candidato
giusto per i fautori del motto: "Se vogliamo che tutto rimanga come
è, bisogna che tutto cambi".
Bernazzoli non potrà certo rappresentare la svolta; i
meccanismi che finora hanno retto le scelte e gli indirizzi della città
rimarranno gli stessi. Sembra ormai superfluo citare gli ormai inflazionati
poteri forti, ma la sostanza è purtroppo questa. Le scelte pianificatorie di
Provincia e Comune, in sostanziale accordo, dimostrano come tra PD, PDL e
industriali parmensi si fosse raggiunta la "quadra".
Sicuramente Bernazzoli potrà portare in comune una sobrietà
sconosciuta alla passata amministrazione, tuttavia l'azione politica non sarà
certo incentrata sul bene dei cittadini e del territorio; ad essere favoriti
saranno purtroppo sempre i soliti noti.
Andrea Zorandi